mercoledì 5 dicembre 2012

Incontri Piaggio Aero Industries dei giorni 04- 05 Dicembre 2012

Martedi 04    Conferenza servizi Piaggio
 Una seduta con la presenza di tanti enti, oltre che l’azienda , le segreterie provinciali e R.s.u di Finale e Ge-Sestri , è stata la conferenza dei servizi per la trasformazione urbanistica della aree finalesi della Piaggio. Dalla riunione regionale emerge la bozza di mediazione: l'immobiliare metterà in chiaro cosa intende fare con i propri mezzi e, sulla base di questo, la parte pubblica calibrerà il proprio impegno di spesa. Gli enti e i soggetti coinvolti sono chiamati a modificare l'accordo di programma del 2008, così da armonizzarlo (sotto il profilo tecnico ed economico) alle sopraggiunte modifiche progettuali. Su questo c'è condivisione e si attende la delibera della Regione il 21 dicembre .Si attende il consiglio comunale dove si dovranno smussare,. le oltre 50 osservazioni e prescrizioni del documento scaturito dalla riunione che si è svolto nella fabbrica , mentre da parte di Finalmare ci deve essere un chiarimento definitivo dei propri impegni.



 Mercoledi 05 Riunione per Cigs anni 2013-2014
 E’ stata firmata la richiesta di proroga di cassa integrazione straordinaria per i lavoratori della Piaggio Aero Industries con stabilimenti a Finale Ligure e Sestri Ponente per altri 24 mesi. La misura prevede di aumentare il numero di lavoratori coinvolti a 1188, di cui 410 a Genova e i rimanenti nello stabilimento di Finale Ligure. Per i due siti industriali però, il provvedimento ha un significato molto diverso: se per lo stabilimento di Finale la cassa verrà utilizzata per coprire l’assenza di produzione durante il periodo di trasloco a Villanova d’Albenga, per Genova é per la mancanza di lavoro derivante dalla crisi del settore ed è, purtroppo, l’unica cosa certa all’orizzonte per i prossimi due anni. Presenti alla riunione l’azienda , le R.s.u di Finale e Ge-sestri ,le segreterie di categoria Fim-Fiom-Uilm di Sv e Ge. Nella riunione si è parlato anche del trasferimento a Villanova che dovrebbe iniziare nel mese di Giugno 2013 per terminare fine Dicembre 2013 . Questi termini sono vincolati anche dal risultato della conferenza dei servizi.

giovedì 22 novembre 2012

Comunicato sindacale: SCHNEIDER


SEGRETERIE NAZIONALI


Così come deciso nella riunione di Coordinamento Nazionale delle RSU e delle OO.SS, tenuta a   Rieti il 13 novembre u.s., in concomitanza con l’incontro al Ministero dello Sviluppo    Economico a Roma per il 23 novembre 2012, viene proclamato uno sciopero di otto ore per   tutti i turni per l’intera giornata.
L’annunciata chiusura dei siti di Guardamiglio e di Rieti da parte aziendale, sono un atto     gravissimo che va contrastato fortemente, Schneider non può e non deve pensare che è   possibile chiudere stabilimenti industriali e/o attività in Italia.
Anzi, gli accordi sottoscritti a livello europeo, vanno esattamente nella direzione opposta:
confronto su eventuali problematiche dei siti ma teso a ricercare soluzioni industriali e  occupazionali non la chiusura!!!
Per difendere il lavoro, tutte le attività in Italia e per dire chiaramente all’azienda che le lavoratrici e i lavoratori non sono d’accordo:
Sciopero di 8 ore di tutto il gruppo Schneider
per Venerdì 23 novembre 2012



                                                                                                          FIM FIOM UILM NAZIONALI
                                                                                               COORDINAMENTO NAZIONALE RSU
                                                                                                                  Roma, 19 novembre 2012

In tutte le fabbriche  ad oggi ,sono stati fatte assemblee con 2 ore di sciopero.
Il Segretario Provinciale Uilm di Savona G.Mazziotta dichiara <Con questa presa di posizione il gruppo Schneider interrompe gravemente i rapporti sindacali , che erano sempre improntati nella correttezza . Sarà richiesto dalle Segreterie Fim-Fiom-Uilm  provinciali un incontro unitario presso l'Unione Industriali di Savona con l'azienda. Tale incontro servirà anche per capire i programmi che la Schneider  ha sul sito di Bragno >.

Accordo di massima con governo sulla produttività.



LINEE PROGRAMMATICHE PER LA CRESCITA DELLA PRODUTTIVITA’ E DELLA COMPETITIVITA’ IN ITALIA
Premessa
Le Parti firmatarie del presente documento considerano la contrattazione collettiva uno strumento utile per perseguire la crescita della produttività e della competitività in Italia. Attraverso la contrattazione collettiva è, infatti, possibile definire modalità e strumenti per perseguire e raggiungere obiettivi di miglioramento della produttività contemperando le ragioni delle imprese e delle persone che vi lavorano.
In questo senso le Parti firmatarie credono che l’autonomia contrattuale debba essere valorizzata anche con riferimento ai contenuti delle intese finalizzate a perseguire i miglioramenti della produttività e, pertanto, si attendono che le determinazioni di Governo e Parlamento, volte a incentivare questi processi, risultino conseguentemente coerenti.
Le Parti considerano, quindi, essenziale che la scelta, confermata anche con la presente intesa, a favore della valorizzazione degli accordi collettivi per il miglioramento della produttività, venga sostenuta e promossa da adeguate e strutturali misure di incentivazione fiscale e contributiva.
Le Parti, pertanto, chiedono al Governo e al Parlamento di rendere stabili e certe le misure previste dalle disposizioni di legge per applicare, sui redditi da lavoro dipendente fino a 40 mila euro lordi annui, la detassazione del salario di produttività attraverso la determinazione di un’ imposta, sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali, al 10%.
Le Parti, con riferimento alla decontribuzione del salario di produttività, chiedono che venga data compiuta applicazione ai contenuti della legge numero 247 del 2007 che prevede lo sgravio contributivo per incentivare la contrattazione collettiva di secondo livello fino al limite del 5% della retribuzione contrattuale percepita.
Le Parti firmatarie sono consapevoli della necessità che la scelta a favore della contrattazione collettiva per la produttività debba trovare un adeguato sostegno
nella legislazione di vantaggio e in questa prospettiva fissano nel presente documento le linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia.

1. Considerazioni introduttive
Dalla prima metà degli anni 90 l’economia italiana ha presentato, nel confronto internazionale, più bassi livelli di sviluppo, sia in termini effettivi che potenziali, denunciando la natura strutturale e di lungo periodo della stagnazione della domanda aggregata.
La crisi economica ha accentuato il fenomeno e i dati ufficiali di crescita indicano che il Pil in Italia si è ridotto più che altrove.
Il conto che il Paese sta pagando per i nodi strutturali che frenano l’economia italiana è molto alto, sia in termini di perdita di lavoro che di benessere, e si traduce in minori retribuzioni reali, minori consumi, più bassa redditività delle imprese, carenti risorse per la solidarietà, l’istruzione e la ricerca, più elevata pressione fiscale.
Diviene centrale il tema della produttività su cui incidono, oltre al lavoro, molte altre voci sia materiali (energia, logistica, trasporti) sia immateriali (ad esempio burocrazia, sicurezza, legalità, istruzione) che producono costi e diseconomie sensibilmente diversi fra Nord e Sud d’Italia e fra grandi e piccoli centri urbani. Diviene, altresì, centrale l’investimento nell’ammodernamento dei macchinari e in ricerca e sviluppo per l’introduzione di innovazioni di prodotto e di processo.
La modernizzazione del Paese e l’aumento della sua competitività si accompagnano necessariamente alla rimozione dei vincoli materiali e immateriali che ne bloccano lo sviluppo e alla promozione delle potenzialità. Le Parti ritengono che questi temi programmatici debbano trovare adeguato rilievo nella Agenda di Governo del Paese.
La più bassa crescita della produttività comporta un aumento del costo del lavoro per unità di prodotto (CLUP) e, quindi, una perdita di competitività che è immediatamente riscontrabile nell’alto deficit con l’estero e si traduce in uno spostamento dei redditi e dell’occupazione a favore di altri paesi.
Il tema della produttività è all’attenzione del Governo e delle Parti Sociali perché la crescita della produttività e della competitività del Paese possono permettere una ripresa dell’economia, dell’occupazione, del benessere sociale e consentire un più solido riequilibrio di bilancio.
Le Parti Sociali sono, però, consapevoli della impossibilità di ottenere significativi risultati sul versante della crescita della competitività di sistema se non vi sarà una efficace azione del Governo volta a crearne le condizioni.
A tal fine è necessario che il Governo definisca rapidamente indirizzi programmatici e piani di intervento per la modernizzazione del Paese in cui investimenti pubblici e privati concorrano ad accrescere i livelli di produttività del sistema Italia.
In questo quadro è necessario che il Governo tracci le linee guida per attuare una riforma strutturale del sistema fiscale che lo renda più equo e, quindi, in grado di ridurre la quota del prelievo che oggi grava sul lavoro e sulle imprese in maniera del tutto sproporzionata e tale da disincentivare investimenti e occupazione.
Le Parti sociali, dal canto loro, sono consapevoli degli effetti che la contrattazione collettiva, in particolare al secondo livello, può esercitare sulla crescita della produttività e a tale riguardo convengono sulla necessità di condividere con il Governo i criteri di applicazione degli sgravi fiscali e contributivi definiti in materia di salario di produttività.
Il rilancio della crescita economica, lo sviluppo occupazionale e l'aumento della produttività sono obiettivi confermati dagli Accordi Interconfederali e da quelli di settore che contengono principi in grado di definire un positivo punto di equilibrio degli assetti della contrattazione collettiva.

2. Relazioni industriali e contrattazione collettiva
In diretta conseguenza di quanto precede, le Parti firmatarie del presente documento confermano l'obiettivo comune di sviluppare un sistema di relazioni industriali che crei condizioni di competitività e produttività tali da rafforzare il sistema produttivo, l'occupazione e le retribuzioni.
Per questo intendono orientare la contrattazione collettiva, nelle diverse sedi, alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro, all’emersione del sommerso, alla produzione di quel maggior valore aggiunto che possa essere distribuito fra i fattori che hanno contribuito a determinarlo.
Per cogliere questi obiettivi le Parti, tenuto conto delle specificità dei diversi comparti produttivi, consolideranno un modello contrattuale nel quale il contratto collettivo nazionale di lavoro abbia la funzione di garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori, ovunque impiegati nel territorio nazionale, e la contrattazione di secondo livello, facilitata da idonee e strutturali politiche fiscali di vantaggio, operi per aumentare la produttività attraverso un migliore impiego dei fattori di produzione e dell’organizzazione del lavoro, correlando a tale aspetto la crescita delle retribuzioni dei lavoratori.
Diviene, pertanto, essenziale definire compiutamente, attraverso specifiche intese, un sistema di relazioni sindacali e contrattuali regolato e, quindi, in grado di dare certezze non solo riguardo ai soggetti, ai tempi e ai contenuti della contrattazione collettiva ma anche sull’affidabilità ed il rispetto delle regole stabilite.
Per favorire questo processo è necessario, altresì, incrementare e rendere strutturali, certe e facilmente accessibili tutte le misure fiscali e contributive volte ad incentivare la contrattazione di secondo livello che collega parte della retribuzione al raggiungimento di obiettivi di produttività, di qualità, di redditività, di efficacia, di innovazione, di valorizzazione del lavoro, di efficienza organizzativa e altri elementi rilevanti ai fini del miglioramento della competitività del settore produttivo.
Le Parti si danno atto della necessità di favorire, soprattutto attraverso la contrattazione di secondo livello, soluzioni coerenti con i principi enunciati negli Accordi Interconfederali e in quelli di settore, al fine di agevolare la definizione di intese modificative delle norme contrattuali più mirate alle esigenze degli specifici contesti produttivi.
Queste soluzioni contrattuali di secondo livello, peraltro, possono anche rappresentare un'alternativa a processi di delocalizzazione, divenire un elemento importante di attrazione di nuovi investimenti anche dall'estero, concorrere alla gestione di situazioni di crisi per la salvaguardia dell'occupazione, favorire lo sviluppo delle attività esistenti, lo start up di nuove imprese, il mantenimento della competitività, contribuendo così anche alla crescita territoriale e alla coesione sociale.
In questo quadro è opportuno che i CCNL, tenendo conto delle specificità dei diversi settori, affidino alla contrattazione di secondo livello il compito di  definire condizioni di gestione flessibile degli orari di lavoro, al fine di rispondere alle diverse dinamiche temporali della produzione e dei mercati, nel rispetto della vigente normativa comunitaria oltre che dei diritti e delle esigenze delle persone.
Le parti firmatarie – riferendosi per la parte di rappresentanza delle imprese ognuna ai rispettivi settori di pertinenza – confermano, per quanto concerne lo stato delle relazioni industriali e degli assetti della contrattazione collettiva, le scadenze di verifica già precedentemente concordate, da effettuarsi anche alla luce delle risultanze della attuale stagione contrattuale che le parti auspicano si concluda entro le scadenze naturali.
Le parti firmatarie ritengono, pertanto, che per favorire la crescita della produttività, delle retribuzioni ad essa correlate e dell'occupazione sia necessario informare i rispettivi sistemi di contrattazione ai seguenti principi:
• il contratto collettivo nazionale di lavoro, tenuto conto di quanto già definito in specifici comparti produttivi, avendo la funzione di garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori rientranti nel settore di applicazione del contratto, deve perseguire la semplificazione normativa, il miglioramento organizzativo e gestionale, prevedere una chiara delega al secondo livello di contrattazione delle materie e delle modalità che possono incidere positivamente sulla crescita della produttività, quali gli istituti contrattuali che disciplinano la prestazione lavorativa, gli orari e l'organizzazione del lavoro;
• il contratto collettivo nazionale di lavoro – superato definitivamente con il Protocollo del 1993 il sistema di indicizzazione dei salari – avendo l'obiettivo mirato di tutelare il potere d'acquisto delle retribuzioni, deve rendere la dinamica degli effetti economici, definita entro i limiti fissati dai principi vigenti, coerente con le tendenze generali dell’economia, del mercato del lavoro, del raffronto competitivo internazionale e gli andamenti specifici del settore;
• i contratti collettivi nazionali di lavoro possono definire che una quota degli aumenti economici derivanti dai rinnovi contrattuali sia destinata alla pattuizione di elementi retributivi da collegarsi ad incrementi di produttività e redditività definiti dalla contrattazione di secondo livello, così da beneficiare anche di congrue e strutturali misure di detassazione e  decontribuzione per il salario di produttività definito dallo stesso livello di contrattazione. Tale quota resterà parte integrante dei trattamenti economici comuni per tutti i lavoratori rientranti nel settore di applicazione dei contratti nazionali laddove non vi fosse o venisse meno la contrattazione di secondo livello;
• la contrattazione di secondo livello deve disciplinare, valorizzando i demandi specifici della legge o della contrattazione collettiva interconfederale e nazionale, gli istituti che hanno come obiettivo quello di favorire la crescita della produttività aziendale.

3. Rappresentanza
Le Parti firmatarie dell’Accordo Interconfederale 28 giugno 2011, per dare effettività a un sistema ordinato di relazioni industriali, definiscono un altrettanto ordinato sistema di regole sulla rappresentanza secondo i seguenti principi:
• entro il 31 dicembre 2012, la materia verrà disciplinata, con accordo e regolamento integrativo, per consentire il rapido avvio della procedura per la misurazione della rappresentanza nei settori di applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro, in attuazione dei principi contenuti nell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011;
• entro il 31 dicembre 2012, in diretta conseguenza della definizione delle procedure di cui al punto precedente, saranno definite, per i settori interessati, le modifiche da introdurre alla disciplina delle rappresentanze sindacali unitarie contenuta nell’Accordo Interconfederale 20 dicembre 1993, per armonizzarle con le finalità fissate il 28 giugno 2011 (esplicitare il superamento del terzo);
• le intese dovranno, altresì, prevedere disposizioni efficaci per garantire, nel rispetto dei principi concordati nell'Accordo Interconfederale 28 giugno 2011, l'effettività e l'esigibilità delle intese sottoscritte, il rispetto delle clausole di tregua sindacale, di prevenzione e risoluzione delle controversie collettive, le regole per prevenire i conflitti, non escludendo meccanismi sanzionatori in capo alle organizzazioni inadempienti.

4. La partecipazione dei lavoratori nell’impresa
Le Parti, tenuto conto che la legge 28 giugno 2012, n.92, dispone che siano i contratti collettivi a dare attuazione alle misure per la partecipazione, ritengono che il Governo, nella prospettiva di conferire organicità e sistematicità alle norme in materia di informazione e consultazione dei lavoratori, nonché di partecipazione dei dipendenti agli utili e al capitale, debba esercitare la delega in materia subordinatamente ad un approfondito confronto con le Parti sociali.
La cultura della partecipazione è favorita, altresì, da un modello di relazioni industriali moderno, attento agli obiettivi generali dell'economia, orientato alla competitività delle imprese allo sviluppo coeso dei territori e al miglioramento delle condizioni e della qualità del lavoro.
La cultura della collaborazione fra imprese e lavoratori è favorita, anche, dal ruolo che possono svolgere gli enti bilaterali di matrice contrattuale per la diffusione di modelli partecipativi.
Per diffondere questa cultura le Parti ritengono opportuno valorizzare, nei diversi livelli contrattuali, i momenti di informazione e consultazione previsti, anche per favorire un responsabile coinvolgimento nelle scelte dell'impresa sulle materie che migliorano la produttività, le condizioni di lavoro, lo sviluppo dell'impresa.
In questa prospettiva le Parti ritengono, altresì, utile monitorare e rendere più omogenee le forme di welfare contrattuale fin qui realizzate con effetti positivi sia per la collettività in cui agiscono che per i lavoratori che ne beneficiano. In questo ambito le Parti ritengono che i contributi che le imprese e lavoratori versano per i sistemi di welfare contrattuale definiti dalla contrattazione collettiva nazionale e/o di secondo livello debbano beneficiare di un regime fiscale e contributivo di vantaggio, a partire dalla previdenza complementare.
Le Parti ritengono, infine, utile avviare un confronto sul quadro di riferimento normativo per favorire l'incentivazione dell'azionariato volontario dei dipendenti, anche in forme collettive.

5. Formazione e occupabilità delle persone
Per il miglioramento della produttività occorre un sistema scolastico e formativo che punti concretamente all’occupabilità delle persone, rilanci e valorizzi, arricchendola anche di contenuti nuovi, l’istruzione tecnico-professionale, esaltando maggiormente le competenze e le capacità di apprendimento delle persone, valorizzando la capacità formativa dell’impresa e del lavoro. 
Le Parti ritengono necessario realizzare un miglior coordinamento tra il sistema della formazione pubblica e privata non solo per ottenere, attraverso collaborazioni e sinergie, maggiori benefici e migliori risultati, ma anche per favorire, ai diversi livelli, processi di coordinamento e indirizzo con le politiche attive.
Le Parti Sociali considerano che dal sistema della formazione possa, infatti, derivare un contributo anche nelle attività volte alla ricollocazione delle persone. Pertanto, chiedono al Governo di adottare misure dirette ad agevolare l'attività formativa, anche nell'ambito di procedure di sospensione collettiva, cassa integrazione guadagni o di mobilità, in applicazione di accordi collettivi aziendali o territoriali volti a favorire, attraverso tutte le sinergie possibili, la ricollocazione delle persone.
In questa prospettiva le Parti sono convinte che un ruolo fondamentale possa essere svolto anche dai fondi interprofessionali per la formazione continua che, pur nelle specificità dei differenti settori, hanno dimostrato di operare efficacemente non solo per l'aggiornamento delle competenze dei lavoratori occupati ma anche per lavoratori coinvolti in procedure di cassa integrazione, di mobilità o sospensioni collettive dal lavoro.
Le parti sociali, al fine di rendere più agevole ed efficace l’azione dei Fondi Interprofessionali per la formazione, anche nella prospettiva del potenziamento delle politiche attive, auspicano la chiara affermazione per legge della loro natura privatistica.
In questo ambito le parti ritengono auspicabile una verifica e una riorganizzazione del sistema della formazione professionale.

6. Mercato del lavoro e misure di solidarietà intergenerazionale
E’ intenzione delle Parti chiedere al Governo un confronto sui temi del mercato del lavoro con particolare riferimento alla verifica sugli effetti della applicazione della recente riforma sull’occupazione.
È, altresì, intendimento delle Parti Sociali convenire iniziative di tipo sperimentale sul territorio coinvolgendo gli enti locali, i soggetti pubblici e privati operanti nell’ambito delle attività tipiche del mercato del lavoro per avviare un sistema più efficace di politiche attive del lavoro.  
Le Parti ritengono, inoltre, opportuno definire “linee guida operative” per affrontare con il Governo, di concerto con gli enti pubblici del territorio, i processi di ristrutturazione e le situazioni di crisi, individuando procedure e strumenti per attenuarne le ricadute occupazionali e favorire la ricollocazione delle persone e la tutela della capacità produttiva dei territori.
È volontà delle Parti firmatarie proporre al Governo l’istituzione di un osservatorio permanente sul sistema produttivo, con la partecipazione del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero del Lavoro, allo scopo di individuare e condividere politiche per lo sviluppo della struttura produttiva e dei livelli occupazionali.
È volontà delle Parti individuare soluzioni utili a conciliare le esigenze delle imprese e quelle dei lavoratori più anziani, favorendo percorsi che agevolino la transizione dal lavoro alla pensione, creando nello stesso tempo nuova occupazione anche in una logica di “solidarietà intergenerazionale”. In questa prospettiva le Parti chiedono la definizione di una cornice normativa che agevoli queste soluzioni, definendo misure per garantire una adeguata e certa copertura contributiva.

7. Contrattazione collettiva per la produttività
Le parti ritengono necessario che la contrattazione collettiva fra le organizzazioni comparativamente più rappresentative, nei singoli settori, su base nazionale, si eserciti, con piena autonomia, su materie oggi regolate in maniera prevalente o esclusiva dalla legge che, direttamente o indirettamente, incidono sul tema della produttività del lavoro.
Le Parti s'impegnano ad affrontare, pertanto, in sede di contrattazione collettiva le questioni ritenute più urgenti quali in via esemplificativa:
• l'affidamento alla contrattazione collettiva di una piena autonomia negoziale rispetto alle tematiche relative all'equivalenza delle mansioni, alla integrazione delle competenze, presupposto necessario per consentire l'introduzione di modelli organizzativi più adatti a cogliere e promuovere l'innovazione tecnologica e la professionalità necessarie alla crescita della produttività e della competitività aziendale;
• la ridefinizione dei sistemi di orari e della loro distribuzione anche con modelli flessibili, in rapporto agli investimenti, all'innovazione tecnologica  
e alla fluttuazione dei mercati finalizzati al pieno utilizzo delle strutture produttive idoneo a raggiungere gli obiettivi di produttività convenuti.
• l'affidamento alla contrattazione collettiva delle modalità attraverso cui rendere compatibile l’impiego di nuove tecnologie con la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori, per facilitare l'attivazione di strumenti informatici ordinari, indispensabili per lo svolgimento delle attività lavorative.
Le Parti chiedono che, in conseguenza di quanto sopra convenuto per affrontare i temi legati all’incremento della produttività delle imprese e del lavoro, vengano assunti a livello legislativo, anche sulla base di avvisi comuni, provvedimenti coerenti con le intese intercorse e con la presente intesa.

Roma 16 novembre 2012

Comunicato R.s.u Bombardier

La segreteria Uilm di Savona , è fortemente preoccupata dai mancati risultati positivi di queste gare. Quali sono le  strategie dell'azienda ? 
Quali saranno le ricadute , sul sito di Vado ? 
Sono interrogativi che vengono spontanei ai nostri responsabili sindacali presenti in fabbrica.

martedì 13 novembre 2012

Presentazione versione "R* " riconversione aree Piaggio


Finale L. Circa 250 finalesi hanno partecipato all’incontro pubblico organizzato ieri sera dal Comune per mostrare e discutere i dettagli della versione “R” del progetto di riconversione delle aree Piaggio. Era presente anche una folta delegazione di operai dell’azienda oltre al sindaco Richeri e all’assessore all’urbanistica Luzi.
Sul palco i due rappresentanti della Finalmare, Campagnolo e Alborno, hanno prima riassunto le varie fasi del progetto dal 2004 alla versione “R” che approderà nel prossimo consiglio comunale prima di arrivare in Regione per ottenere il definitivo via libera per la riconversione delle aree che saranno lasciate libere dalla Piaggio una volta che sarà completato il traslocco nel nuovo stabilimento a Villanova d’Albenga. La posa della “prima pietra” sarà preceduta dalla demolizione dei capannoni con conseguente bonifica di tutta l’area e la messa in sicurezza della foce del Pora, con la sistemazione idraulica delle sponde del torrente. Solamente al termine di questa fase, circa 24/30 mesi, prenderà il via il cantiere per la costruzione dei nuovi insediamenti.
Dopo la presentazione ci sono stati ben 16 interventi da parte di addetti ai lavori o semplici cittadini , tutti contrari a questo progetto . Alla fine della serata nessuno è uscito dalla sala con un’idea diversa rispetto a quella con la quale era entrato, né i progettisti, né il “partito del no”. Il sindaco  ha confermato il via libera da parte della maggioranza nel corso del prossimo consiglio comunale.

Incontro in regione per la Piaggio Aero

Ieri mattina si sono riuniti presso  la regione liguria convocate dall'Assessore Vesco, la direzione Piaggio , la direzione regionale Inps, le segreterie sindacali di categoria di Ge e Sv  Fim- Fiom- Uilm , le Rsu di Finale e Ge-Sestri. In questa riunione è stato fatto il punto sugli accordi di cassa integrazione e mobilità.
L'azienda Piaggio sta studiando la possibilità di ottenere una proroga della cassa integrazione straordinaria per la ristrutturazione legata al trasferimento e alle ripercussioni della crisi del comparto velivolistico. E' stato chiesto alla  direzione Inps una chiarimento delle nuove regole pensionistiche e le ripercussioni sull'accordo di mobilità in vigore a tutto il 2013. In attesa di un documento ufficiale del governo in merito , a breve le parti si rincontreranno.

lunedì 12 novembre 2012

Schneider : Preocupazione alla Segreteria Provinciale

La segreteria Provinciale Uilm è molto preoccupata della situazione generale del gruppo.
Si chiederà a Fim - Fiom di fare un incontro con la direzione del sito di Bragno-Cairo Montenotte per fare il punto sulla condizione industriale del gruppo.

mercoledì 7 novembre 2012

La volpe che non arriva all'uva dice che è acerba ....

Proprio così si sta comportando chi non avendo costituito mètaSalute, il Fondo Sanitario integrativo alle prestazioni del servizio sanitario nazionale per i dipendenti dell'industria metalmeccanica e dell'installazione di impianti , percepisce l'interesse dei lavoratori e allora avvia la macchina della disinformazione, anche se così facendo rischia di far perdere ai lavoratori i benefici del Fondo.
Vediamo in dettaglio le argomentazioni proposte con le contraddizioni e le mistificazioni presenti nel volantino in questione:
1. accusano FIM e UILM, che con la costituzione del Fondo si contribuisce a "smantellare il sistema sanitario nazionale a favore della sanità privata", poi però i "fondi sanitari" li vorrebbero costituire a livello aziendale o territoriale;
2.scrivono che un "fondo sanitario di dimensione nazionale, rende difficile, se non impossibile, forme di controllo dirette dei lavoratori sulle finalità e sulle prestazioni". Peccato però che con l'unico CCNL che hanno sottoscritto negli ultimi anni, quello dell'artigianato  metalmeccanico , hanno convenuto, assieme a noi, di costituire un fondo sanitario chiamato "San.Arti", che non solo è su base nazionale , ma addirittura su base 
intercategoriale,
3."parlano male" di mètaSalute, ma fanno finta di non sapere che in molte altre categorie dell'industria ( chimici, alimentaristi, ecc.....) UNITARIAMENTE si stanno avviando iniziative analoghe.
Infine, ci permettiamo di segnalare che l'adesione a mètaSalute costa solo 1 euro al mese e può essere revocata dopo dodici mesi, proprio per permettere alle lavoratrici e ai lavoratori di "toccare con mano" le prestazioni che mètaSalute fornirà.

Roma 6 Novembre 2012                        UILM   NAZIONALE                                  


Bombardier , cassa integrazione a rischio anche gli impiegati.

Forte preoccupazione per la situazione attuale della Bombardier è stata manifestata all'assemblea dei lavoratori nella fabbrica di Vado ligure .
In vista c'è anche il rinnovo per altre 13 settimane della cassa integrazione a rotazione per i 140 lavoratori.
Patrizio Lai, delegato R.s.u e Segretario Organizzativo della Uilm Provinciale di Savona, nel suo intervento ha spiegato che:<< I carichi di lavoro, nonostante il restyling di un centinaio di carrozze per conto di Trenitalia sono troppo esigui. Non abbiamo nessuna certezza sulla possibilità di trasferire a Vado alcune produzioni del treno Zefiro V 300, per il quale nello stabilimento vadese è stata realizzata  la progettazione ingegneristica .Tutto è appeso ad un filo e i nostri timori per il futuro aumentano giorno per giorno. Davanti a noi c'è ancora un lungo cammino irto di ostacoli , prima di riuscire a superare questa crisi . In futuro anche gli impiegati potrebbero rischiare la cassa.>>

lunedì 4 giugno 2012

Piaggio Aero Industries


Questa mattina 04 Giugno 2012, si è svolto un incontro  tra le Rsu degli stabilimenti liguri della Piaggio Aero Industries e la direzione aziendale, con al centro la revisione del piano industriale 2012 e dei relativi carichi di lavoro per i due siti produttivi. Ci sarà un ritorno alla Cigs , causato dalla mancanza di commesse nel comparto velivolistico .
La cassa integrazione riguarderà solo lo stabilimento di Sestri Ponente, 120 dipendenti, fino alla fine dell’anno, l’azienda ha programmato anche una chiusura a rotazione, si parla di due venerdì al mese per tutto l’anno corrente.
Niente cassa per i lavoratori della Piaggio finalese fino alla fine del 2012, in alcuni reparti non considerati strategici, verrà richiesto la riduzione di ferie arretrate,adottando come a Genova-Sestri il venerdì; dovrebbe essere interessato il personale indiretto. A questa richiesta dell’azienda, il sindacato dovrà concordare ancora forme e modalità.
Tuttavia le reali sorti del piano produttivo per il sito di Finale si conosceranno dopo il vertice previsto per il 6 giugno tra la direzione aziendale ed i soci di maggioranza, che dovranno fare i “conti” con il budget a disposizione in merito al programma di sviluppo stabilito ed alle relative produzioni, compreso il futuro dello stabilimento di Villanova d’Albenga. In seguito la direzione aziendale convocherà la Rsu per comunicare e rendere noti eventuali variazioni al piano industriale per il 2012. Ritirato, per ora, lo stato di agitazione che era stato proclamato dai sindacati, come confermato oggi dallo stesso Consiglio di Fabbrica dello  stabilimento finalese.
La R.S.U di Finale guarda con ottimismo la costruzione  del nuovo stablimento di Villanova che, salvo imprevisti , sarà pronto per la fine dell’anno .

Cantieri Baglietto verso una soluzione positiva ?


Dopo lo stato di agitazione di Giovedì 31 maggio  ,con relativa manifestazione nelle strade di Varazze e l’incontro in Prefettura il giorno successivo , dove ha partecipato attivamente la Segreteria Uilm , la vicenda dei cantieri ex Baglietto di Varazze volge alla schiarita e oggi lo ha reso noto il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. La scorsa settimana il Presidente  aveva inviato una lettera a Galantini, che aveva subito avviato uno stretto colloquio con l’industriale Paolo Vitelli, come da richieste dei sindacati che da tempo spingono sulla soluzione Azimut.
Oggi pomeriggio nuovo incontro tra istituzioni e investitori: Vitelli, in ogni caso, si è riservato dieci giorni per studiare e definire i criteri dell’accordo. Dopo la riunione odierna partirà per la Cina e per il ritorno, si attende la fatidica firma.
Fermi sulle proprie posizioni i sindacati, in attesa di certezze ufficiali,hanno deciso all’unanimità, questa mattina,  di proseguire nello sciopero ad oltranza in modo da non eseguire i lavori necessari al varo dello scafo in lavorazione e impedire con qualsiasi mezzo l’uscita del 44 metri dal cantiere. I lavoratori chiedono una rapida e positiva soluzione della trattativa in modo da rilanciare il cantiere secondo il piano industriale e occupazionale presentato da Azimut-Benetti. A tal fine richiedono  una convocazione di tutte le parti, Comune, Provincia, Procedura,Azimut-Benetti e organizzazioni sindacali, da parte della Regione.


martedì 3 aprile 2012

Crisi alla Bombardier

La Bombardier di Vado L. dovrà fare ricorso alla cassa integrazione ordinaria.
Lo ha annunciato ieri l’azienda nel corso di un incontro con i rappresentanti sindacali R.S.U dello stabilimento e le segreterie provinciali Fim-Fiom-Uilm.  L’incontro è servito per conoscere il piano industriale e le strategie atte ad affrontare la mancanza di commesse. Bombardier ha sottolineato che nonostante il progetto Alta velocità e altre commesse acquisite , non sono  garantiti  carichi di lavoro sufficienti a coprire il monte ore. Confermati gli investimenti per l’allargamento del sito vadese e la partecipazione alla gara per “ Polis”, che dovrebbe ripartire a  breve per chiudersi a fine estate. 
Il segretario provinciale Uilm ,  Gianni Mazziotta , ha dichiarato << E’ questa l’unica prospettiva futura di un certo rilievo  ad oggi. Ammesso e non concesso che questa gara sia vinta dalla Bombardier , ci vogliono poi almeno sei mesi per essere attuativa. La direzione inoltre ritiene improbabile poter ristrutturare vecchie carrozze  a Vado , mentre  ritengono possibile creare lavoro attraverso la manutenzione delle macchine E 464 di Trenitalia.>>
Dalla metà del 2012 , 70 lavoratori  vadesi verranno posti in cigo , per poi diventare 140 a Dicembre.

Incontro Piaggio Aero

Il giorno 29 Marzo si è svolto alla Piaggio Aero Industries un incontro tra la direzione , le rappresentanze R.S.U e le Segreterie Provinciali Fim-Fiom-Uilm. Dai primi mesi del 2013 partirà  lo spostamento del sito produttivo della Piaggio Aero Industries da Finale Ligure a Villanova. La conferma è arrivata nella riunione tenutasi a Finale Ligure ,inoltre l’azienda ha comunicato che a breve ci sarà il via al piano di esternalizzazione della produzione di alcuni componenti del P180 , la sede potrebbe essere a  Cairo Montenotte, in Valbormida.
Nel  2012,  nello stabilimento di Finale Ligure saranno realizzati venti aerei P180, con un surplus di produzione necessario a coprire il rallentamento che ci sarà inevitabilmente il prossimo anno, con il trasferimento dello stabilimento a Villanova. Continua lo sviluppo del progetto del pattugliatore e a metà anno ci saranno importanti decisioni sul progetto P1XX.
In campo motoristico , continuano le produzioni motoristiche sia di nuova costruzione che di revisione, con la Pratt Witney.  A presto un importante accordo  per una licenza motoristica con la Rolls Royce . L’ azienda ha confermato che nel 2012 non ci sarà nessun ricorso alla Cigs , nello stabilimento  di Finale Ligure.

martedì 28 febbraio 2012

Sciopero dell'industria del 1 Marzo 2012

Giovedì 1 Marzo 2012 è stato proclamato sciopero dell’industria di 4 ore, questa decisione è stata presa nell’attivo unitario di CGIL CISL UIL che si è svolto il 23 Febbraio 2012 presso la sala chiamata della Compagnia portuale di Savona.
Lo sciopero è stato proclamato a fronte dell’emergenza del lavoro che si sta registrando in tutta la  Nazione .La crisi sta colpendo ogni tipo di lavoratore , dai giovani precari agli esperti cinquantenni; nel nostro territorio ci sono ben 60 aziende in crisi .Questo sciopero cerca di coinvolgere il Governo per creare un tavolo di discussione , che va dallo sviluppo alla  salute e ambiente.
Il programma della manifestazione prevede anche la partecipazione alla commemorazione degli scioperi del 1° marzo 1944, iniziativa di cui CGIL CISL UIL sono da sempre promotori assieme al Comune di Savona, all’ANED e all’Istituto Storico della Resistenza.
Programma:
Alle ore 9, è prevista la  cerimonia di commemorazione degli scioperi del 1° Marzo 1944 ;
il concentramento per la manifestazione avverrà alle 10.30 in piazza del Brandale e da lì partirà il corteo per le vie cittadine  che si concluderà sotto la Prefettura.
La Segreteria Uilm di Savona invita i propri iscritti a partecipare a questa manifestazione .

lunedì 27 febbraio 2012

Nuovo Segretario Generale della Camera Sindacale UIL di Savona



 Giuseppe Giangrande è il nuovo Segretario Generale della Camera Sindacale Uil di Savona .
Questa mattina presso l’NH Hotels Darsena a Savona alla presenza del Segretario Nazionale Carmelo Barbagallo , il Segretario Generale Uil di Genova e Liguria Pier Angelo Massa e la Segreteria Regionale della Uil di Genova e Liguria , si è svolta l’elezione del nuovo Segretario Generale della Camera Sindacale Uil di Savona  , nominato  dopo la prematura scomparsa del compianto Silvio  Valdiserra
Giuseppe Giangrande , classe 1947 di Pietra Ligure ; nel passato ha ricoperto il ruolo di direttore generale dell’INPS nazionale a Roma , e dal Dicembre 2009 al Febbraio 2012 è stato Segretario Organizzativo della Uil della Liguria.
Il nuovo Segretario è stato eletto con la maggioranza dei voti ad esclusione della Uilm e Feneal ,  che contestano la linea politica adottata dalla vecchia  ( riconfermata ) segreteria.
 La “ nuova” segreteria, è  così composta: Umberto Firpo, Roberto Fallara, Alessandro Enrico, Giuseppe Congiu, Enrico Campiati. . E’ stata nominata tesoriere Ernestina Robutti  .






Nella foto < Dichiarazione di voto contrario del Segretario Uilm  Giovanni Mazziotta.

martedì 21 febbraio 2012

Dichiarazione di Palombella Segretario Uilm Nazionale



Il governo sia cauto nell’affermare i suoi convincimenti più reconditi quando
è in corso una trattativa con le parti sociali. La riforma del mercato del
lavoro è materia delicata e di competenza del tavolo aperto a Palazzo Chigi. Se
si afferma che ogni parte della discussione va inquadrata nella sua
interdipendenza con le altre, allora bisogna essere conseguenziali. Gli
ammortizzatori sociali, così come sono, non possono essere modificati mentre il
Paese si avvia a passare dal un meno 0,7% ad un meno 1,5% del Pil per l’anno
2012. Con la recessione ed una modifica a medio termine degli strumenti di
Cassa integrazione si verificherebbe una vera e propria ecatombe di posti di
lavoro. Un altro problema deriverebbe dalle intrusioni della polemica politica
tra le parti dello stessa maggioranza che sostiene l’esecutivo: se il dibattito
tra partiti su parti specifiche della riforma si dovesse acuire ne
deriverebbero problemi sia per l’esecutivo stesso che per il mondo del lavoro.
Noi siamo interessati al secondo, pur rispettando tutte le prerogative del
primo. Quindi, il consiglio che ci permettiamo di avanzare rispetto al tavolo
di Palazzo Chigi è semplice: si continui un confronto vero e nessuno,
a partire dal governo, si senta depositario del potere di andare avanti a
prescindere. Se siamo diventati un’ipotesi di scuola per l’Europa è bene che
tuteliamo gli interessi nazionali e rappresentiamo agli altri Paesi questa
capacità di farlo”.

venerdì 3 febbraio 2012

Direttivo U.I.L.M 31 Gennaio 2012


Venerdì 31 Gennaio  2012 ,  si è svolto a Legino , presso  Milleluci , il Direttivo Provinciale Uilm .Ha partecipato alla riunione  il Segretario Nazionale  Organizzativo Uilm Sig.  Toigo Roberto. Dopo l’apertura  lavori del Segretario di categoria Sig.Giovanni  Mazziotta, Il  Dirigente Nazionale  ha  relazionato  sulla situazione politica, ha spiegato l’evolversi delle riunioni che i Segretari Nazionali C.G.I.L – C.I.S.L – U.I.L – U.G.L , stanno conducendo con l’attuale governo tecnico , mirate a tutelare la classe lavoratrice dallo sconvolgimento delle regole che sono sempre state una garanzia di correttezza nel mondo del lavoro .  Sugli interventi  dei  Rappresentanti Sindacali del direttivo UILM  , il Segretario Nazionale ha dato esaurienti risposte.

martedì 24 gennaio 2012

Bombardier

Nell'incontro che si è svolto il 19 Gennaio 2012 ,tra la Direzione , le R.S.U e Segreterie Provinciali , è emersa una situazione stabile per l'anno 2012 , mentre nell'anno 2013,a causa di mancanza  di commesse ,si prospetta l'uso degli ammortizzatori sociali .La Direzione di Vado ha confermato che nel mese di Febbraio incontrerà i vertici del gruppo dove verranno discussi i nuovi scenari nel futuro dell'azienda.
La Segreteria Uilm è preoccupata da tale situazione , che potrebbe creare degli esuberi ,con una grave ricaduta sull'indotto.